CHIUSURA BILANCIO: SCRITTURE DI ASSESTAMENTO E PRINCIPI DI REDAZIONE

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IL MESE DELLA CHIUSURA DI BILANCIO…

Aprile è il mese in cui si “tirano le somme” sull’andamento dell’esercizio precedente.

Siamo in fase di chiusura del bilancio definitivo e pertanto stiamo affrontando le scritture di assestamento.

COSA SONO?

Le scritture di assestamento sono scritture di rettifica, integrazione e completamento che riportano costi, ricavi e manifestazioni finanziarie nell’esercizio di competenza.

Capita di registrare durante l’anno delle operazioni della gestione caratteristica che coprono un periodo di competenza a cavallo tra due esercizi o che –  a fine anno –  si debbano registrare dei costi o ricavi di competenza maturati ma che avranno manifestazione finanziaria nell’esercizio successivo.

Per poter produrre un documento di bilancio che rappresenti a pieno e nel rispetto del principio di competenza:

  • ciò che è avvenuto nell’esercizio (costi e ricavi) con il conto economico
  • la reale situazione patrimoniale-finanziaria al 31.12 con lo stato patrimoniale

è necessario affidarsi alle varie scritture di assestamento.

COME SI COMPONGONO LE SCRITTURE  DI ASSESTAMENTO?

Le scritture di assestamento si suddividono in scritture di :

  • Completamento: imputano all’esercizio costi e ricavi di competenza non ancora contabilizzati in quanto il loro importo è noto solo a fine anno. Esempio: INTERESSI ATTIVI E PASSIVI – IMPOSTE DI COMPETENZA – QUOTA T.F.R.
  • Integrazione: imputano all’esercizio costi e ricavi che avranno manifestazione finanziaria nell’anno seguente, o accantonano in via prudenziale somme che diverranno disponibili in caso di oneri o perdite future. Esempio: RATEI ATTIVI E PASSIVI – SVALUTAZIONE SCERITI – FONDI RISCHI E ONERI
  • Rettifica: sospendono costi e ricavi che hanno avuto manifestazione economica e alle volte anche finanziaria nell’esercizio concluso, ma competenza dell’esercizio successivo. Esempio: VALUTAZIONE RIMANENZE – RISCONTI ATTIVI E PASSIVI
  • Ammortamento: vengono utilizzate per imputare all’esercizio le quote di costo di competenza dei beni pluriennali, immobilizzazioni.

NEL 2020 QUALI AVRANNO UN PESO DIVERSO?

L’esercizio 2020 ha visto una situazione completamente nuova con un notevole impatto dal punto di vista economico finanziario.

Nell’affrontare quest’anno le scritture di assestamento e  determinare la destinazione degli utili, il principio della prudenza suggerisce di valutare le quote da accantonare ai Fondi Rischi e Oneri, Fondo Svalutazione Crediti e alle Riserve, con un’ottica diversa dagli anni precedenti.

Se nel passato per lo più ci si limitava ad inserire quanto “previsto per legge” o suggerito dall’OIC, quest’anno, in virtù degli effetti della pandemia globale, la quota da destinarsi ai Fondi Rischi e Oneri dovrà essere valutata rispetto ai nuovi rischi di ogni azienda.

La quota per il Fondo Svalutazione Crediti ad esempio, dovrà tener conto delle ripercussioni della pandemia sulla finanza dei nostri clienti e pertanto sull’effettiva esigibilità dei crediti, optando per una quota più alta nel 2020. In questo modo il fondo assorbirà le eventuali perdite su crediti del 2021 senza che queste incidano sul risultato economico dell’esercizio futuro.

Una valutazione più prudente andrà fatta sicuramente anche sulla destinazione di eventuali utili conseguiti, portando delle quote più cospicue a riserva legale e straordinaria in modo da assorbire le eventuali perdite future.

Nella speranza che questi fondi poi restino inutilizzati, il principio della prudenza ci invita quest’anno a fare riflessioni più mirate per poter gestire eventuali imprevisti futuri.

Del resto come si dice: la prudenza non è mai troppa!