PMI e Passaggi generazionali

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In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di passaggi generazionali.

Si tratta di un fenomeno importante per numero di realtà coinvolte visto che il tessuto imprenditoriale italiano è costituito soprattutto da micro e piccole imprese che sono fondamentalmente imprese familiari

I NUMERI

  • Il 57% dei lavoratori è occupato in imprese tra 1 e 19 dipendenti, di questi il 46,6% in aziende tra
    1 e 10 dipendenti.
  • L’85% delle PMI sono imprese familiari.
  • Il 71% degli imprenditori affronta il passaggio generazionale tra i 61 e i 70 anni
  • Il 67% degli imprenditori lo affronta oltre i 71 anni

I discendenti assumono, dunque, il controllo per trasferimento dell’impresa quando il genitore ha oltre 71 anni.

NOTA DOLENTE

I dati analizzati evidenziano inoltre che:

  • solo il 30% circa delle imprese sopravvive alla seconda generazione,
  • solo il 15% sopravvive alla terza generazione.

PERCHE’

La corposa letteratura affronta il tema dei passaggi generazionali concentrandosi ad esempio su:

  • la modifica dell’assetto societario,
  • della governance,
  • della spartizione delle quote,
  • della corretta riparazione dei ruoli in seno alla famiglia.

Tutto corretto, importante e fondamentale nell’evoluzione dell’azienda, ma quando si vanno a cercare le motivazioni di perché il 75% delle aziende non sopravvive alla seconda generazione ritengo che il motivo principale di questi “fallimenti” risieda nel venir meno del perché.

Chi crea l’azienda, il fondatore, ha ben chiaro il perché della sua impresa.

Il problema è che frequentemente si identifica così strettamente con essa da non essere più imprenditore ma padrone. L’impresa è sua e fatica a trasmettere il “perché” a chi lavora con lui , soprattutto ai suoi familiari.

Chi viene dopo di lui finirà per conoscere il come e il cosa ma se non conoscerà il perché, ovvero la domanda cardine su cui costruire la sua impresa.